STEPH CURRY E LA "FILOSOFIA DEL LANTERNINO"

Mi pare, signor Meis, che noi ci troviamo adesso in uno di questi momenti. Gran bujo e gran confusione! Tutti i lanternoni, spenti. 


Quando gli americani dicono di poter fare qualcosa "a luci spente", con fare spavaldo, si riferiscono a ciò che potrebbero fare con una tranquillità tale da rendere superfluo anche il semplice vedere. Come se avessero già la certezza, per abitudine o per talento, che tutto andrà come hanno immaginato.

Immaginate di essere il miglior tiratore del mondo, della storia anzi. Capace di segnare tiri fuori da ogni concezione logica, fisica e metafisica. L'unico modo per fermarvi è uno: spegnere la luce, togliervi il riferimento. Steph Curry ancora non esisteva, ma di luci spente, già nel '900, ce ne aveva parlato Luigi Pirandello.



Quando la luce è l'uomo stesso. O meglio, il sentimento di esser uomo.

Anselmo Paleari, spalla letteraria di Adriano Meis (protagonista de "Il fu Mattia Pascal"), illustra nel capitolo 13 la filosofia del lanternino per descrivere la situazione dell'uomo moderno.

Il lanternino e la luce da esso proiettata rappresentano un filtro, una zona limitata entro la quale vivere e pensare.

Tale cerchio ristretto è però una proiezione unicamente soggettiva e relativa, che esiste fino a quando si tiene viva la luce del lanternino. Finché c'è, non abbiamo percezione oggettiva della vita universale e solo la morte può ricongiungerci con essa, dissolvendo il "sentimento d'esilio che ci angoscia".

Un riferimento luminoso per l'uomo in realtà non manca. Ogni epoca storica ha una sua luce prevalente, un "lanternone" che rappresenta le grandi ideologie e astrazioni del pensiero. Tanti lanternoni costituiscono un riferimento costante per gli uomini. Ma quando anche essi cessano di brillare, allora l'essere umano è disperso, vaga "di qua, chi di là". Paleari parla della sua realtà come una in cui anche i lanternoni sono spenti e l'uomo si perde nell'oscurità, cercando riferimenti nella fede e nella scienza, senza capire che "tutto questo mistero non esiste all'infuori di noi".

Ecco quindi che l'assenza di luce implica l'assenza della certezze che fino ad allora erano ritenute intoccabili. Anche se per una volta è Paleari a parlare, la voce è  quella di Pirandello, che lo utilizza come tramite per esplicitare la sua visione del mondo, la sua "lanterninosofia". Un nome ironico, in pieno stile pirandelliano, che in realtà nasconde un'opinione seria e da interpretare. Dalla quale nemmeno l'autore è capace di fuggire: la stessa narrazione in prima persona è sintomo di un racconto personale, da un punto di vista soggettivo, illuminato da un lanternino. A ogni uomo, la sua luce.


(Steph Curry che non si capacita di non aver segnato senza luce)
(Steph Curry che non si capacita di non aver segnato senza luce)

L'accostamento tra l'opera di Magritte, "Le Double Secret" con Pirandello nasce perché il quadro ricorda il concetto di maschere pirandelliane, non esplicitato nel passo trattato, ma dall' incredibile molteplicità di interpretazioni anche in ambito filosofico.

Michele Papagni
Esami di Stato 2021
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