
THE GREEK FREAK: UN OGM NELLA NBA
"L'identità di un essere vivente risiede nel suo patrimonio genetico."
Un giocatore fuori da ogni regola. Una struttura fisica che non può muoversi a quella velocità, con tale mobilità. Basta vederlo giocare per capire che questo ragazzo ha vinto la lotteria della genetica, che non ha nulla fuori posto. Fortunatamente, la scienza ha fatto passi da gigante in quest'ambito e anche se non avete avuto la stessa fortuna di Giannis, vi offre la possibilità di cambiare qualcosa, anche utilizzando la luce.
Al giorno d'oggi l'ingegneria genetica è un settore in continua espansione e crescita. La capacità di operare direttamente sul DNA, in modo da modificare l'informazione genetica di un organismo in maniera mirata offre diversi spunti soprattutto in ambito medico per il trattamento di determinate patologie. Le biotecnologie, applicazioni dell'ingegneria genetica, sono infatti molteplici.

Una delle tecniche più celebri è la microiniezione, utilizzata per il trasporto di DNA esogeno all'interno di cellule embrionali. Altra ancora è l'elettroporazione, con la quale vengono aperti canali cellulari grazie alla stimolazione elettrica. Tecniche finalizzate al passaggio di un vettore plasmidico, contenente il gene da trasferire. Il DNAr inserito muta la cellula interessata che spesso va incontro a processi di clonazione per amplificarne gli effetti
Negli ultimi anni sta prendendo però piede una nuova pratica che rende i viventi degli "interruttori" comandati dalla luce: è l'optogenetica. Per ora testata solamente sugli animali, i soggetti vengono modificati con l'inserimento di un gene che che induce particolari gruppi di neuroni a produrre proteine sensibili alla luce ultravioletta. In questo modo è possibile attivare o disattivare a comando, con semplici impulsi di luce, le cellule cerebrali marcate geneticamente.


Ottica e genetica combinate per l'attivazione di particolari cellule, nelle quali viene introdotto un transgene che codifica per un canale ionico fotosensibile. Mediante questa tecnica è possibile ottenere protesi retiniche per ripristinare il funzionamento dei fotorecettori che sono spesso danneggiati nelle patologie oculodegenerative.
Le potenzialità terapeutiche dell'optogenetica non sembrano comunque limitate alle lesioni retiniche. Infatti, un gran numero di dati sperimentali raccolti negli ultimi anni indica come questa tecnica si possa applicare con successo al trattamento delle lesioni del midollo spinale o di alcune malattie neurodegenerative come quella di Parkinson.

L'eventualità che queste stesse tecniche siano in un prossimo futuro applicabili all'uomo dipenderà soprattutto dalla possibilità di introdurre in sicurezza e con successo transgeni nelle cellule somatiche umane (come quelle di specifiche popolazioni neuronali) e dallo sviluppo di fonti luminose che possano essere impiantate senza danno.
Chissà se un giorno l'optogenetica riuscirà a farmi diventare più alto. E più grosso. E capace di fare cose come questa.


Con la realizzazione de "L'Uomo Vitruviano" intorno al 1490 Leonardo da Vinci intendeva raffigurare l'essere umano perfettamente proporzionato secondo i canoni di Vitruvio. La foto in apertura riprende l'opera dell'artista italiano.